Silente cavalleria di primavera

Cavalieri senza epicità galoppano fra storie inconsuete, costretti a imprese sempre nuove e sempre più difficili, cavalcando a pelo o a briglia sciolta, al ritmo di cadute plateali e d’inutili magie.

 

Mamma Fiandra, vissuta fino all’adolescenza sugli alberi, ne discende portando impressa sul corpo una singolarissima geometria di ombre, molto simile ai disegni tentacolari che i muschi producono sulla corteccia degli alberi. L’amore per gli indiani e per i cavalli degli indiani la porta al maneggio di Eldorado. Dove Arrivano anche Franzel lo zingaro, il più grande cavallaro che Eldorado avesse mai conosciuto, che un giorno, fissando un bell’esemplare d’irlandese addestrato agli ostacoli, decise di sorridere alla morte; Ginetta che passò intere giornate nella cella frigorifera della macelleria dove lavorava intagliando nei quarti di bue e nelle stecche di lardo profili di arabo Asil, nei tipi Muniqi, Koheilan e Siqlavi.

 

Con lei Forsizia, Antinea, Kiwi... E Patatòn il Mago che, a cavallo di Kailasa, parte all'inseguimento della primavera, dopo avere invano tentato di fermarla nei prati del Friuli.

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